La nostra sede
La sede de L'Officina Culturale si trova all'interno del Campus delle Associazioni: una struttura urbana molto particolare e suggestiva, realizzata grazie alla riconversione, effettuata anni fa dall'allora Amministrazione Comunale, del villaggio-dormitorio destinato alle maestranze impegnate nella costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano. Un'opera di riqualificazione ha permesso di poter assegnare a molte delle associazioni locali la maggior parte delle oltre trenta unità disponibili, ognuna delle quali ha una superficie interna di quasi 300 mq, oltre ad ampi spazi verdi esterni.
Nel Campus esiste un'ampia possibilità di parcheggio.
All'interno della nostra sede sono stati ricavati due ampi saloni, uno dei quali attrezzato a sala teatrale, una cucina con annesso angolo bar e altri spazi destinati a ufficio, attività sociali e servizi: spazi accoglienti e attrezzati, climatizzati, che permettono lo svolgimento di tutte le nostre attività nelle migliori condizioni possibili.
Parenti serpenti
di Carmine Amoroso
adattamento e regia di
Gianluca Vitale e Piero Cognasso
La trama
Una anziana coppia di coniugi, nonna Trieste (donna di casa ancora in gamba ma col timore dell’imminente vecchiaia) e nonno Saverio (carabiniere in pensione che già inizia invece a manifestare evidenti sintomi di demenza senile), invitano per le festività natalizie, com’è da sempre loro consuetudine, i figli con le rispettive famiglie.
La grande famiglia al completo trascorre così, tra apparente serenità e malcelati malumori, i giorni precedenti il Natale.
La situazione svela però tutti i reali contrasti tra i quattro fratelli e sorelle, nonché i rispettivi cognati e cognate, dal momento in cui nonna Trieste dà loro il fatidico annuncio: non se la sente più di vivere da sola col marito e chiede ai figli di ospitarli a vivere con loro. Nonna Trieste pone però una condizione imprescindibile: lei e nonno Saverio non vogliono però fare i “pacchi postali” vivendo un po’ qua e un po’ là, quindi lasciano ai figli la scelta su chi vorrà ospitarli. A chi li accoglierà verrà lasciata la casa in cui i due anziani vivono e metà della loro pensione. Ma questo non subito: attenderanno la primavera e la decisione definitiva circa la destinazione.
Questa inaspettata richiesta, un vero fulmine a ciel sereno, scatena una lotta feroce tra i figli e le loro famiglie: nessuno vuole che la propria tranquillità venga in qualche modo “disturbata” dalla presenza dei due non così graditi ospiti.
Il copione teatrale, scritto da Carmine Amoroso e ispirato ad un fatto realmente accaduto, con lo stesso titolo dà vita nel 1992 al film diretto da Mario Monicelli, che da subito diventa un classico del cinema italiano.
La versione teatrale di questo lavoro, così come il film, in un crescendo esponenziale mette a nudo in modo grottesco prima e crudele poi, il perbenismo e l’ipocrisia che molte volte sottendono ai rapporti familiari, fino a giungere all’aberrante finale in cui l’assassinio travestito da tragedia chiude il sipario sulle miserie della condizione umana.
La chiave di lettura che L’Officina Culturale ha voluto usare, pur rimanendo fedele ai contenuti dell’opera originale ha portato ad “asciugare” il testo, ampliando però la caratterizzazione dei personaggi e le dinamiche relazionali, esplicite ed implicite, nelle loro molteplici sfaccettature.
La storia e la struttura drammaturgica portante ben si prestano a questa operazione, che nulla toglie all’opera originaria ma che ne esalta invece l’assoluta attualità, a quasi trent’anni dal suo concepimento.
Abbiamo voluto realizzare un lavoro che, grazie alla parabola evolutiva dei registri recitativi e l’introduzione di nuovi elementi di regia, accompagni lo spettatore in una sorta di viaggio, una metamorfosi che dalla leggerezza iniziale, passando attraverso grottesche e malcelate ipocrisie, approda alla crudele ma ineluttabile spietatezza del finale, con un fatale e infausto coup de théâtre non previsto dal testo originale.
Gianluca Vitale e Piero Cognasso